Giochiamo a tombola!!

Una nuova emozione… giocare a tombola con la paura di vincere! Sì perchè molti di noi nei giorni passati rovistando tra credenze e cassettoni eravamo riusciti a disfarci di vasi di finto cristallo, di antipastiere arabescate, di beauty case mai usati, di completi da scrittoio e così via… Ma ci sono le regole… Il Don le enuncia con grande serietà prima di cominciare e ra tutte la più categorica: tacere una vincita pare equiparato a un peccato mortale!!!
Poi però, dopo le prime manches, appaiono dei premi appetibili, residui di lotterie abbinate alle feste di quartiere che non sono andate in porto causa covid… funzionano pure… uno spremiagrumi, un fon, addirittura un cellulare…
Risate, tante, mentre si gioca si mangiucchia.. torta alla nutella, cioccolatini, mostaccioli napoletani.
Torniamo a casa contenti con bottini di tutto rispetto!!

Bellissime domeniche… accendiamo una dopo l’altra le quattro candele accanto al tabernacolo. La Chiesa è già una festa di luci. Il Presepe permanente in fondo alla Chiesa è sempre tanto visitato e desta l’ammirazione dei piccoli. Un altro Presepe è stato posto sotto una costellazione di stelle attaccate al muro dai bambini del catechismo: in ognuna è contenuta una loro piccola intenzione di preghiera… un cielo di preghiere sopra la tenda della Natività.  Addobbo della Chiesa da parte dei volontari della sacrestia con polentata finale. Raccolta straordinaria per i poveri. Benedizione dei Bambinelli che saranno posti nei nostri presepi casalinghi. Benedizione dei bambini battezzati nell’anno. Incontri di preghiera che sono feste dei gruppi della nostra parrocchia. Mercatino di Natale del Centro di ascolto. Vendita delle stelle a favore dell’AIL. Mentre il coro dei piccoli e dei grandi si prepara per l’esibizione di domenica 17. Ogni settimana qualche evento ci chiama allo stupore di ritrovarci con gioia!

E viviamo insieme la novena, nove piccoli incontri che ci confermano nell’attesa dell’incontro con Lui. Piccole meditazioni nelle quali impariamo a costruire dentro di noi un presepe speciale: cominciamo col posizionare il cielo e la terra e ci immergiamo in orizzonti infiniti terreni e celesti e soprattutto nell’infinito Amore che abita in noi; poi posizioniamo la mangiatoia: Gesù ha scelto quel posto per ricordarci che diventa pane per noi.. e noi ci apprestiamo in questi giorni a preparare cibo per gli altri.. con quale spirito? E poi? Maria e Giuseppe, genitori che ci fanno rivivere il rapporto con i nostri genitori e i pastori e gli angeli e… Risuonano forte in noi quelle parole che i bambini del catechismo ripetono più volte: Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini amati dal Signore! e la stella! ci ricordiamo delle stelle che ci hanno guidato, stimolato, favorito in noi le scelte che abbiamo fatto o che facciamo… mentre viene portata accanto ai ceri dell’avvento la lampada accesa con la fiamma venuta dalla Basilica della Natività di Betlemme.

E il coro dei bambini e degli adulti: è un genitore che ne parla!

Scrivo queste righe sentendo il coro che proviene dalla stanza accanto, dove i miei figli russano a intervalli irregolari in una simpatica cacofonia: uno ha il raffreddore, l’altro i dotti lacrimali chiusi, l’altro ancora sta bene. Tranquilli, abbiamo avuto tutti il covid già due volte, recentemente. Questo concertino notturno mi riporta alla mente quello che si è celebrato in parrocchia qualche settimana fa, il 17 dicembre.
Il giorno prima dell’evento la maestra di canto mi aveva detto: “Speriamo che canteranno qualcosa”, riferendosi ai nostri due figli, Filippo e Giacomo, di 5 e 3 anni. Lì per lì mi era sembrata la classica operazione scaramantica dell’artista. Invece il giorno dopo effettivamente Filippo e Giacomo si sono presentati davanti all’altare insieme ai loro colleghi cantori, ma solo per sedersi e chiacchierare tra di loro, dandosi fastidio a vicenda ma senza esagerare. Questo però non ha tolto nulla alla bellezza del coro e della visione di una chiesa gremita di famiglie di tutte le età e provenienze.
Non nascondo che aver lasciato una volta a settimana i due figli a fare le prove del coro è stato per mia moglie e il sottoscritto un bel sollievo che ci ha regalato la possibilità di stare con il terzogenito con più calma, di fare la spesa con più calma, di chiacchierare con più calma, eccetera eccetera con più calma. Posso immaginare che i moventi degli altri genitori siano stati in qualche maniera più o meno alti dei nostri. Ma la cosa bella di tutto quello che riguarda il Natale, e che ho sempre in mente da quando vedo la prima lucina accesa sopra l’insegna del negozio più consumistico che ci possa essere, è che tutto ciò che è festa, nel Natale, ci riporta alla festa di 2022 (circa) anni fa. Il canto di Natale, il coro, fatto anche solo per tradizione, o per “liberarsi” dei figli per tre quarti d’ora a settimana, rimanda al coro degli angeli di quella notte a Betlemme, e quindi a tutte le feste di Natale di tutte le famiglie di tutti i tempi. E anche per questo vedere i bambini cantare, provare a cantare o semplicemente stare accanto agli altri che cantano rimarrà per noi un ricordo che custodiremo con cura nel nostro cuore.

Tommaso

Giornate insieme

Cascia

Insieme. Con un sole pieno. Con la gioia di vedere, camminare, scoprire luoghi per alcuni già noti, per tanti invece nuovi: Cascia, l’esperienza di una Messa da conquistare affrettando il passo, su per scale vere (tante) e scale mobili (poche), perchè eravamo un po’ in ritardo sui tempi. E poi il giro per il monastero, i luoghi di santa Rita, la sosta davanti al suo corpo, le rose, le preghiere.

E poi il pranzo insieme, le risate, la gioia di ritrovarci.

Spoleto: il giro tra i vicoli e poi improvvisamente l’apertura sul duomo.

Una giornata davvero di festa!

Greccio

Insieme a salire sempre più sù, col fiatone, per tanti gradini nella roccia per raggiungere il santuario incassato nella montagna. Messa, visita dei luoghi del “primo presepe” ideato da S. Francesco, pranzo, museo del presepe, risate, gioia.

E comincia novembre

Abbiamo festeggiato i Santi, abbiamo ricordato i morti, affidando i nostri cari al Signore. Crediamo che siano tutti nella Sua Gioia. Due giornate di festa con lo sguardo al Paradiso. Il fonte battesimale è stato al centro delle celebrazioni: da lì parte la nostra fede nella Resurrezione.

I familiari delle persone che ci hanno lasciato durante quest’anno e che stanno vivendo con dolore un lutto importante hanno portato all’altare la grande croce di legno e in processione hanno offerto all’altare il pane, il vino, la luce e tutti i fogli, tanti, nei quali nei giorni passati abbiamo scritto i nomi delle persone che volevamo fossero ricordate…. padri, madri, sposi, figli, amici…

In tanti ci siamo commossi alla lettura della preghiera finale letta alla fine della Messa solenno del 2.

La morte non è niente.
Sono solamente passato dall’altra parte:
è come fossi nascosto nella stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora.
Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare;
parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.
Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere,
di quelle piccole cose che tanto ci piacevano
quando eravamo insieme.
Prega, sorridi, pensami!
Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima:
pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto:
è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza.
Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista?
Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo.
Rassicurati, va tutto bene.
Ritroverai il mio cuore,
ne ritroverai la tenerezza purificata.
Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami:
il tuo sorriso è la mia pace.
Henry Scott Holland

Settembre: Inizia un nuovo anno pastorale

Messa delle 11:

Siamo davanti all’altare. Noi, forse i soliti… forse qualcuno in più, certo qualcuno in meno. I volontari, quelli che svolgono un servizio attivo nei gruppi, atività di carità, preghiera, servizio. Ma non siamo solo noi, mai come in questa occasione abbiamo sentito la forza di una comunità. Le parole del parroco parlano di cooperazione, di più, di corresponsabilità. E non riguardano solo noi che stiamo dritti intorno all’altare. Ma tutti, vecchi, adulti, ragazzi, mamme e papà, ragazzi e nonni. Cominciamo un nuovo anno tra le tante difficoltà che mano a mano si presenteranno, con la forza e con la gioia che ci viene da Gesù.

La preghiera di fine Messa

Occupati dei guai, dei problemi del tuo prossimo.

Prendi a cuore gli affanni, le esigenze di chi ti sta vicino.

Regala agli altri la luce che non hai, la forza che non possiedi,

la speranza che senti vacillare in te, la fiducia di cui sei privo.

Illuminali dal tuo buio, arricchiscili con la tua povertà. Regala un sorriso quando hai voglia di piangere.

Produci serenità dalla tempesta che hai dentro.

“Ecco, quello che non ho te lo do”: Questo è il tuo paradosso.

Ti accorgerai che la gioia a poco a poco entrerà in te,

invaderà il tuo essere, diventerà veramente tua

nella misura in cui l’avrai regalata agli altri.

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