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Il ritiro all'inizio di un nuovo anno pastorale: settembre 2024

Qualche disguido organizzativo: Vetralla al posto di Sutri, un giorno solo invece di due… ma che fa. Abbiamo ricevuto quello che volevamo: un nuovo respiro per iniziare bene questo nuovo anno alla luce di un argomento nuovo che ci ha molto stimolato: “Le donne nella Bibbia”. Abbiamo innanzi tutto toccato con mano, almeno i presenti, che siamo parecchio ignoranti e che dovremmo cominciare a studiare davvero. Un argomento nuovo, di cui in assoluto si è poco parlato, anche da parte di illustri esegeti. Argomento che è balzato agli onori di studi seri solo alla fine dell’800. Le donne della Bibbia, donne che hanno avuto un grande carisma , una grande capacità di persuasione, capacità decisionale, libertà d’animo, capacità di parola, assenza di interesse privato o donne di cui non si ricorda neanche il nome, che sono citate solo per dare più risalto ai loro uomini, elogiatrici, concubine.

Abbiamo ascoltato, da parte di Don Gianfranco, un’introduzione a questo argomento che sarà trattato durante quest’anno e insieme un bellissimo profilo di Maria, donna moderna, capace di discernimento responsabile, donna che ha scelto, continuamente, non prona a una volontà cui ha detto sì una volta per tutte, ma in cammino verso un processo di maturazione che le ha chiesto tante scelte in cui quel sì è stato ripetuto tante volte.

Siamo stati davvero arricchiti: cuore e cervello. Sole, aria buona, buon cibo. Una bella giornata di grazia!

18 maggio: Una passeggiata tra lo spirito e un bel pranzetto...

Alcuni dei nostri momenti

L'incontro di preghiera di Pasqua... e si mangia pure!

La partecipazione alla Messa, tante testimonianze sul percorso di fede di quest’anno: c’è chi è più sicuro di sè, c’è chi fa un po’ fatica a parlare, ma tutti veri, sinceri, desiderosi di condividere con chi sentiamo più che amici, veri fratelli di cammino. E poi la pizza, insieme agli amici del Germoglio che ci aiutano con i canti e ci aiutano pure a mangiare!!!

La via crucis animata dal gruppo

Uno dei nostri incontri: Preghiera, catechesi, Messa, testimonianze e poi... si mangia tutti insieme e si festeggiano pure i 16 anni di presenza del nostro parroco con noi

L'anno pastorale riprende: 22/24 settembre ci troviamo a Sutri

Nell’ottica del cammino della spiritualità dell’amore, quest’anno il nostro percorso ci porterà a meditare sui santi. I santi vicini a noi, santi della famiglia, quelle persone che anche se non hanno compiuto gesti miracolosi, hanno messo Gesù al centro della loro vita, con semplicità, in una vita quotidiana a volte fatta di piccole cose. 

L’incontro è stato molto partecipato: 21 famiglie, più o meno giovani, coi figli al seguito, perchè un servizio di babysitteraggio ha garantito la possibilità per i genitori di seguire le catechesi tranquilli.

Introduzione: I santi sono stati oltre che maestri di vita spirituale, uomini e donne alla ricerca di Dio. Ci siamo chiesti da dove sono partiti i santi nella loro ricerca di Dio e da dove siamo partiti noi… siamo alla ricerca… dove lo cerchiamo?

Le famiglie hanno accolto positivamente il tema, le catechesi sono state seguite da tanti interventi: la ricerca di Dio alla luce non solo di quello che siamo oggi, ma ricordando le nostre famiglie di origine, il rapporto col coniuge, coi figli. Un discorso che ci porterà avanti, negli incontri mensili in calendario.

Tante famiglie... e ci sono pure gli incontri delle giovanissime.....

2023 – Comincia un nuovo anno: a gennaio l’argomento è importante: pregare in famiglia, la famiglia che prega.

Ci sono preghiere, che vengono recitate, preghiere che si “fanno”, ma per “vedere e ascoltare” Dio è necessario passare dal fare le preghiere ad essere preghiera.

Questo punto di arrivo spirituale, se da un lato è frutto della grazia divina, cioè un dono, dall’altro è il frutto di un esercizio, il che presuppone un tempo (in genere molto lungo) di maturazione e poi l’essere convinti che ciò ci sarà dato

Così, quella che chiamiamo grazia del sacramento delle nozze, non si esaurisce il giorno del matrimonio, al contrario, se abbiamo fede e viviamo la fede quotidianamente, la grazia si dipana, si manifesta e cresce lungo tutto il cammino della vita, aumentando la forza e la gioia dell’amore tra i coniugi e nella famiglia. Ma questo non avviene (se non in minima parte), se rimaniamo al livello delle preghiere da fare. È necessario entrare nel dinamismo della preghiera vissuta, sia come singolo coniuge, che come coppia e come famiglia, affinché la nostra casa (senza escludere la dimensione comunitaria della preghiera condivisa), diventi luogo di preghiera, tanto quanto la chiesa. Pregare da soli per l’altro, da soli per la famiglia; pregare da famiglia, da coppia, insieme, per la famiglia.

E abbiamo condiviso le nostre esperienze, le nostre difficoltà… casa, chiesa domestica: un invito, uno stimolo sempre nuovo!

E il nostro cammino prosegue… un incontro ogni mese: a ottobre ci siamo soffermati a riflettere e pregare sul valore dell’amicizia tra le famiglie. L’amore di amicizia che lega gli amici è forte come la morte e sempre ispirato alla ricerca del bene dell’altro. È importante allora evitare di isolarsi e camminare insieme ad altre coppie, con cui condividere la gioia e i frutti importantissimi dell’amicizia, anche se questo può assumere forme diverse, da coppia a coppia. Vincere la tentazione di impostare il percorso dell’amore nell’intento di creare un piccolo mondo familiare perfetto, ma senza gli altri. L’amicizia è un dono prezioso per la famiglia, grazie alla quale l’amore si confronta, matura, si nutre di gioia e leggerezza, si rafforza e impara a guardare avanti, anche nei momenti duri.

A novembre abbiamo affrontato l’argomento importantissimo del rapporto con le famiglie di provenienza: genitori e suoceri, ambito di condivisione gioiosa o di tensione e conflitto, di esperienza di una diversità inconciliabile o di un affetto morboso, che non consente il congedo da casa da parte del figlio, o il taglio del cordone ombelicale da parte dei genitori.  Se il cammino dell’amore ha bisogno di diversità, le differenze tra la nuova famiglia e quelle di provenienza, a volte possono essere tali da impedire all’amore di maturare, crescere, rafforzarsi, sviluppare un nuovo linguaggio esistenziale, fino al punto da determinare il deteriorarsi del rapporto di coppia. Fortunatamente non sempre è così e l’amore dei genitori, o dei figli per i genitori, viene fruito con libertà d’animo e allora avviene il miracolo della gioia di stare insieme, di camminare insieme sostenendosi a vicenda, di vivere da famiglia allargata, dove anche le gioie, (perché condivise), e anche i successi, si amplificano e i sacrifici, i dolori, vengono alleggeriti perché si portano insieme. Perché questo avvenga è importante rispettare il cerchio della fiducia.

A dicembre l’incontro di preghiera.

2022

Famiglie: un bel week and insieme!!

.... e portate l'album delle nozze!

Ce lo prometteva la locandina, ma non capivamo bene dove saremmo andati a parare…. maturazione dell’amore tra memoria, sogno, dono. Bellissimo questo cammino nella memoria per le coppie che hanno alle spalle tanti anni di matrimonio, ma anche per quelle che si sono sposate l’altro ieri, perchè con l’aiuto degli album fotografici delle nozze abbiamo potuto e dovuto rivivere la realtà di quello che eravamo quel giorno,  i progetti e i sogni che avevamo coltivato e che portavamo davanti all’altare e li abbiamo  confrontati con la realtà che viviamo oggi. Quanto quei progetti si sono realizzati? Troviamo ancora lo spazio per il sogno, per i desideri, per nuovi progetti? Sembrava uno scherzo quello di caricare nel trolley oltre alla biancheria e alla borsa di pulizia anche voluminosissimi album fotografici …. e invece è stato importante! Riprendere in mano i sogni. Come dice Papa Francesco “senza sogni non si può vivere”. E noi abbiamo trovato una spinta nuova per ricominciare a sognare!

21 maggio: si conclude questo anno pastorale con una giornata di amicizia

Un tempo si chiamava “gita artistico, spirituale, culturale” non so che altro. Una giornata a fine maggio che fino a prima del lokdown ha da tanti anni rappresentato il momento di chiusura di un anno pastorale e dalla quale abbiamo ricevuto sempre tanti stimoli, appunto, artistici, culturali, spirituali, e direi anche umani, perchè è stata sempre vissuta come momento di vera amicizia.

E finalmente abbiamo ripreso anche questa iniziativa: coppie giovani e meno giovani, persone rimaste sole, bambini che ormai si conoscono bene perchè sono “gruppo”: ci sono tutti gli elementi per far riuscire bene una giornata. Quest’anno la meta è stata decisa quasi all’ultimo momento: ma non per questo non è stata perfetta… un’abbazia benedettina in mezzo al verde. Farfa! Visita guidata, con bagno di storia,  ristorante  nel verde, ombreggiato e con buon cibo. Una giornata bellissima!

Sabato 2 aprile: incontro di preghiera delle famiglie

Siamo noi… grazie per l’ennesima esperienza di comunione… come è stato scritto su un messaggino subito dopo l’incontro da qualcuno, che ha aggiunto “bello, sentito, commovente”.

Sono tanti anni,  più di dieci, che prima di Natale e di Pasqua, le famiglie della parrocchia si riuniscono per quello che viene definito “incontro di preghiera”: Messa prefestiva, piccole testimonianze sul cammino di fede nella coppia… prima c’era pure la pizza nel salone con un po’ di caciara. Da un paio d’anni la pizza non c’è più e la caciara è relegata a pochi momenti, ma ci vogliamo bene, siamo più che amici e il termine “fratelli” rimanda in genere a una unione nella fede che prescinde da un aspetto umano. Noi siamo amici/fratelli e direi pure congiunti con un termine venuto fuori con la pandemia, ma che ha finito per piacerci. Al di là del contenuto delle nostre “testimonianze”, lette da pizzini preparati nei giorni precedenti o magari dette a braccio, come sta succedendo negli ultimi tempi, quello che stupisce e forse sconcerta un po’ è che riusciamo a dire (al microfono!) cose che sono proprio nostre, che prima si pensavano solo e non si riusciva a comunicare. Che è successo? E’ che col tempo ci fidiamo di questo uditorio che è la comunità di Gesù Bambino, piena di limiti, per carità, siamo tutti nella stessa barca: un po’ pettegoli, un po’ presuntuosi, un po’ meschini, ma abbiamo un valore vero: quello di cercare di crescere, di farci portare in quel sacco sulle spalle del nostro Gesù a Sacco Pastore ….

Stavolta il tema era più che coinvolgente: La formula del consenso, quella che abbiamo pronunciato l’altro ieri o cinquant’anni fa… parole sempre da rimeditare e approfondire!

12 marzo un altro pomeriggio/sera di grazia

E ci ritroviamo ancora… Riassunto delle puntate precedenti, esposizione del nuovo tema. Un tema grosso: la formula del consenso che abbiamo letto e commentato e poi le condivisioni… ma Dio come è stato presente nellanostra vita corta o lunga di sposi? Si comincia nel salone… poi la Messa e poi, dopo un quarto d’ora davanti al Santissimo, la parola è ancora a noi e ai nostri sentimenti. Il tutto reso più”angelico” dalle voci degli amici del Germoglio che stavolta non si sono accontentati   di intervallare le nostre arole coi loro canti, ma hanno hanno contribuito con la loro testimonianza a dare man forte. 

Resta un compito per tutti: cerchiamo un po’ che ha fatto 

la presenza della Grazia nel nostro cammino matrimoniale?

19 febbraio: di nuovo insieme in tanti

Un’altra tappa nel percorso del cammino di spiritualità dell’amore… una tappa importante che parte dalla lettura della formula matrimoniale: “Nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia”.  Parliamo del sacrificio dell’amore. Iniziamo con la lettera di Paolo ai Corinzi, lettura che spesso viene letta durante la celebrazione dei matrimoni: “le mogli siano sottomesse ai mariti… e voi mariti amate le vostre mogli come Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei…”. 

Qui si esclude ogni forma di assoggettamento che non sia reciproco assoggettamento. Amare l’altro fino a morire per l’altro.

La condivisione parte dalla richiesta di condivisione di un episodio di rinuncia o di sacrificio fatto per amore che ha contribuito al bene della famiglia.

La Messa partecipata insieme e poi un forte momento di adorazione davanti al santissimo sacramento ha contribuito a cementare quell’unione nel gruppo che sta diventando una costante.

Durante l’incontro è stato distribuita a tutti i partecipanti la lettera del Papa agli sposi – clicca qui per scaricarla

22 gennaio: un nuovo incontro del Cammino di spiritualità dell'amore

Una nuova tappa che vede in cammino coppie di diverse età e persone rimaste sole dopo un breve o lungo percorso matrimoniale. Un bel cammino è quello che stiamo facendo muovendo i passi dalla Parola di Dio, dalla creazione dell’uomo e della donna che si guardano “gli occhi negli occhi” e dall’esperienza di Abramo, patriarca delle tre religioni monoteiste, al quale Dio parla chiedendogli di partire per una terra che Lui gli indicherà. E’ il cammino intrapreso da ognuno di noi in risposta alla chiamata che Dio ci ha fatto: partire per vivere la nostra vita, prendendola in mano, rincorrendo il progetto di felicità che Lui ci ha fatto intravedere. 

Oggi abbiamo parlato della diversità nella coppia: ci siamo scelti, certo condividendo qualcosa –  pensieri, aspettative, desideri – ma le differenze tra noi ci sono e ci debbono essere: le famiglie di provenienza, il carattere. Somiglianze e diversità tra le quali cerchiamo tutta la vita di barcamenarci per costruire la nostra vita di coppia, spesso con grandi difficoltà… bello parlarne insieme e scoprire attraverso la vita di altre coppie come l’amore si realizza se si prende come base il donarsi, se si  sceglie di uscire da se stessi per andare verso l’altro. 

Un incontro, quello di oggi, con al centro una liturgia importante, che celebra la Domenica della Parola di Dio. Il Vangelo ci parla di Gesù nella sinagoga di Nazareth che legge dal rotolo del libro del profeta Isaia: “Lo Spirito del Signore è su di me” e “Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi”. Così il ricordo è andato al viaggio parrocchiale in Terra santa del lontano 2011 quando siamo entrati nel sito archeologico di quella sinagoga…  L’omelia ci aiuta a capire…. sì dobbiamo imparare anche noi a saper dire: “Oggi, qui!”, dovremmo imparare a leggere gli accadimenti importanti della nostra vita  alla luce della Parola in modo che essa ci ispiri le scelte di fondo e dovremo imparare anche a lasciarci orientare dalla Parola nei momenti meno importanti, transitori e quotidiani per trarre consolazione nella sofferenza, chiarezza nei momenti di oscurità. Il beneficio che ne verrà sarà gioia, stupore, meraviglia, pazienza, forse anche desolazione e dolore se avremo bisogno di essere avvisati che stiamo camminando su qualche sentiero un po’ dissestato…

A volte la lettura della Parola ci mette subito in movimento il cuore, a volte qualche frase, qualche versetto ci ritorna alla mente dopo anni: rimane lì, per tanto tempo finchè un giorno se ne esce fuori a dare la risposta ai nostri perchè.

L'incontro di Natale

Un incontro intenso, come è sempre stato per il gruppo l’incontro di Natale. In passato abbiamo pregato e meditato su tanti argomenti: le storie di vita, la pazienza, lo squilibrio, il grido della città, il dono dei figli, ma, al di là dell’argomento trattato di volta in volta, l’incontro di Natale ha sempre rappresentato un momento importante per se stesso, per sentirci parte di una grande famiglia.

Certo gli anni scorsi, dopo la preghiera insieme e la lettura delle varie testimonianze, c’era un momento conviviale, la pizza insieme al gruppo del Germoglio con cui da anni abbiamo condiviso questo sabato pomeriggio di dicembre. 

Argomento di quest’anno: le beatitudini, in risposta all’invito della Chiesa di Roma che ci chiede di aprirci all’ascolto dell’altro attraverso la meditazione di questa Magna Carta della nostra fede. E davvero ci siamo sentiti ascoltati: abbiamo  letto quello che avevamo appuntato con grande sincerità, senza rifugiarci in pensieri tortuosi. Ne è nato un sentimento di comprensione, di vicinanza, di grande stima reciproca. 

Grazie a tutti.

E abbiamo dato concretezza alla meditazione de “Gli occhi negli occhi”, scartabellando in cassetti polverosi….

Sabato 2 ottobre:

l'amore come profezia

E siamo andati avanti col programma…. riagganciandoci a quanto avevamo meditato a Sutri durante il ritiro dello scorso fine settimana. Rapido riassunto e poi una presentazione delle coppie, tante, presenti a questo nuovo incontro. Un incontro svolto, diversamente da quelli degli anni passati, il sabato pomeriggio: un  orario diverso, un giorno diverso, ma l’affluenza è stata maggiore. Segno della voglia di stare insieme, di confrontarsi, dopo un lungo periodo di isolamento o orario più comodo? Vedremo più in là.
Ecco, ci siamo incontrati ed è iniziato un cammino. Bello ricordare il primo periodo: l’innamoramento, quella dimensione certamente transitoria caratterizzata da una forte attrazione fisica e psicologica per l’altro che viene percepito in una perfezione totale. Non si vedono i difetti, noi non li abbiamo visti… e non abbiamo sbagliato.
Padre Rupnik parla di amore come “profezia” perchè il modo con cui vediamo l’altro non è falsato, è una verità, perchè da innamorati intuiamo una bellezza dell’altro che si dovrà compiere proprio nel cammino a due. Un qualcosa che si dovrà realizzare nell’amore, un già e non ancora, ciò che diventeremo grazie a quel cammino che svilupperà una promessa di felicità.

E poi si è parlato dell’amore in una fase più matura caratterizzata da una visione di sintesi quando l’altro ci appare con i suoi pregi e anche con i suoi difetti. Ci aiuta la consapevolezza che come noi scopriamo i difetti dell’altro, anche l’altro scoprirà i nostri. E quei difetti non vanno assolutizzati, non ci si può porre come il migliore, anzi per aiutare l’altro a correggersi occorre accettarlo così com’è: si prende tutto il pacchetto, pregi e difetti.

Poi un accenno a quello che può far regredire, rallentare il cammino: il “nidismo”, termine usato da Papa Francesco ad indicare proprio di quelle coppie che non si confrontano con altri, che pensano che la perfezione è all’interno della propria famiglia e “fuori” è solo male.

E fa rallentare anche  la pretesa che occorre  una sicurezza economica per sposarsi per cui si vive magari fino alla soglia dei 40 anni in cerca di una “vita stellata” sviluppando la competizione con tutti, per arrivare…  Poi quando dovrai cercare cosa hai in comune con l’altro sei completamente spiazzato perchè hai sempre pensato a te come essere superiore diverso da tutti gli altri. Gli altri “rallentamenti”: l’attaccamento al denaro, alla carriera, quando il lavoro è al primo posto, e l’idolo dell’eterna giovinezza, della bellezza, del benessere fisico.

Poi una seconda domanda che ci ha interrogato: quando c’è stato il passaggio dalla fase dell’innamoramento all’amore come progetto di vita, quando abbiamo capito che avevamo a che fare con un qualcosa di più profondo?

A Messa, durante l’omelia qualche accenno invece sulla forza dell’amore vero, sul “mistero” dell’amore, più forte della morte. L’amore non imposto da niente e da nessuno, l’amore gratuito, l’amore che fa essere riconoscenti alla persona amata. L’amore che si alimenta di preghiera: è proprio la preghiera che ci conduce alla pace, alla fiducia e alla comunione di amore.

Ultimo weekend di settembre: Ritiro su "Cammino di spiritualità dell'amore"

Ci siamo trovati venerdì sera: alcune coppie veterane del gruppo delle famiglie, alcune giovani giovani, con bimbi piccoli al seguito, un paio nuove di zecca che hanno sentito l’avviso di questo ritiro e hanno chiesto un po’ titubanti: “Ma possiamo venire anche noi?”. E qualcuno rimasto solo, carico di un grosso bagaglio di dolore, ma che continua a sentirsi a casa quando si parla di amore, di matrimonio, di famiglia. Per tutti un benvenuto e, dopo cena, eccoci a recitare un rosario sotto una luna piena e una statua della Madonna.  

Bella la struttura, comode le stanze… stupendo il giardino pieno di fiori… qualcuno meno dotato di senso dell’orientamento ha faticato un bel po’ a destreggiarsi per i piani  contrassegnati da segni negativi… non si sa perchè: piano 0, – 1, – 2 . Boh, la chiesa a – 2 mentre bisognava salire, la mensa a 0 e bisognava scendere. I giovani sù e giù per le scale e si orientavano meglio… i vecchietti in ascensore a tentare la sorte….
E Don Gianfranco ha iniziato a parlare di questo argomento che costituirà anche la base di ciò che mediteremo quest’anno: la spiritualità dell’amore, prendendo le mosse dalla Sacra Scrittura e dall’Amoris laetitia, l’esortazione apostolica di Papa Francesco, appunto sull’amore. E come il Signore più volte nella Bibbia ci dice che Lui si ricorda e si ricorderà del Suo amore per noi, così noi oggi partiamo dalla memoria del nostro amore, dal ricordo dei momenti felici, ma anche delle tante prove che abbiamo superato insieme, da tutte le volte che abbiamo esperimentato che la persona che abbiamo accanto è un dono. L’amore è un dono, dono da custodire, dono da migliorare. 
Cominciamo dal leggere il testo della Genesi, la creazione del mondo, l’uomo, la donna che gli viene posta accanto. Il testo letteralmente dice che essa viene  “posta di fronte”, anzi “gli occhi negli occhi”: è da qui che inizia un cammino. Lo sguardo che rivela l’anima e che la rivelerà sempre di più continuando il cammino insieme. Guardare negli occhi e leggere che il cammino che si intravvede è una promessa di felicità. Ci siamo così avventurati tutti a ricordare e a testimoniare il primo momento in cui ci siamo ritrovati “gli occhi negli occhi” e abbiamo capito  nello sguardo dell’altro che avevamo trovato la persona giusta. Un momento che ha rinnovato quell’emozione che, anche dopo una lunga vita, non si può dimenticare.
E dopo il pranzo e un caffè a Sutri siamo di nuovo in ascolto e pronti anche a intervenire: l’argomento è stuzzicante: si parla di litigiosità! Confrontiamo l’atteggiamento degli “irenisti” che non vorrebbero mai litigare con i litigiosi, per i quali ogni occasione è buona… Parliamo delle nostre debolezze: egoismi, orgoglio, immaturità tentazioni e parliamo di modalità, toni, la scelta del momento, spesso abbiamo ritenuto di avventurarci nella correzione dell’altro e invece siamo noi che nutriamo aspettative sbagliate, richieste sbagliate. Parliamo di come prevenire le liti, del bisogno di mettersi in discussione, della necessità di un confronto con una terza persona, confronto con la propria coscienza, con la parola di Dio, necessità di valutare se si agisce per capire chi ha ragione e chi ha torto o se si cerca il bene della coppia. Perchè il dialogo aumenti è necessario sviluppare atteggiamenti che parlano d’amore, dare un tempo di qualità al dialogo, sospendendo la fretta e l’importanza data a quello che si sta facendo. Dare importanza reale all’altro, ai suoi bisogni, ai suoi sentiementi cercando di cogliere eventuali campanelli d’allarme…

La Messa di Domenica

Tutti a tavola!

E per finire foto di gruppo e passeggiata a Sutri....

2021

10 Settembre 2021 Matrimonio in Parrocchia

Emanuele e Lavinia, che avevano frequentato il cammino di preparazione al matrimonio la scorsa primavera, hanno scelto di sposarsi in parrocchia per … sentirsi a casa. E come una famiglia li hanno accolti, oltre che i parenti e gli amici che avevano ricevuto il loro invito, tanti parrocchiani che hanno partecipato con gioia alla Messa.

Nell’omelia Don Gianfranco ha sottolineato come ogni matrimonio è un rinnovarsi del miracolo dell’ amore. In ogni parte della terra, in ogni tempo, nonostante tutti i cambiamenti  il mistero rimane intatto nella sua forza. Continua a meravigliarci. Solo Dio poteva inventare un dinamismo come quello che Lui stesso ha inserito nel torpore dell’uomo. Abbiamo letto nella  prima lettura come Dio si accorse che l’uomo era solo  e gli pose accanto la donna. Proprio  come Lavinia sta accanto a Emanuele. Questi sposi un giorno si sono incontrati, mentre erano sul posto di  lavoro;  non si conoscevano eppure si sono scoperti. La Bibbia non dice che Dio pose accanto all’uomo la donna ma la pose “gli occhi negli occhi”. L’incontro dell’amore avviene proprio così, gli occhi negli occhi. Emanuele ha visto negli occhi di Lavinia la gioia,  lei ha visto negli occhi di Emanuele la tranquillità e la sicurezza. Gli occhi sono sintesi dell’anima. E’ avvenuto un cambiamento dell’anima e della mente. Quando un uomo conquista il cuore di una donna si sente realizzato e così per la donna. Nasce un nuovo legame, la Bibbia dice che si diventa “carne della mia carne” e da lì si parte per un cammino nuovo prendendo in mano la propria vita, con uno sguardo in avanti che ti fa guardare lontano verso un progetto di felicità. Passano in secondo piano la famiglia di origine e pure i beni materiali e il mondo del lavoro. Dio fa incontrare l’uomo e la donna che diventano sale della terra quando comunicano un messaggio positivo di amore. Così gli sposi sono dono l’uno per l’altro, un dono che va custodito. Quello che questi sposi dovranno avere sempre presente è che la promessa di felicità si realizza solo a condizione che si rinunci a se stessi: “io prendo te come mia sposa”  non solo rinunciando a tutte le altre, ma rinunciando a me stesso, al mio egoismo. E vale per tutti e due!

20 Aprile 1996 - 20 aprile 2021

Per ora solo una bellissima celebrazione in Chiesa a causa ancora delle norme sul distanziamento che ci impediscono di festeggiare con una bella cenetta che speriamo non tarderà ad arrivare, ma la gioia di festeggiare Pina e Stefano nel loro traguardo dei 25 anni di matrimonio è stata grande.

Emozione, partecipazione, commozione, applausi, risate… come quel giorno e tanti amici intorno come allora…

Sabato 20 marzo: S. Messa dedicata alle famiglie e ai fidanzati che pronunciano la promessa dopo aver completato il cammino di preparazione al Matrimonio

Per ingannare le restrizioni e sentirci vicini tra noi....

Tra distanziamento, chiusure forzate, telefonini, computer, abbiamo fatto una gara a chi pubblicava la più bella foto del proprio matrimonio. Coppie che si sono sposate l’altro ieri contro chi aveva superato i 25,  30 o anche 50 anni di matrimonio, tutte foto bellissime e attuali…

Un'immagine dell'incontro di preghiera del 12 dicembre 2020

Bellissimo l’incontro prenatalizio che ha visto insieme il Gruppo delle famiglie e quello del Rinnovamento nello Spirito Santo: Testimonianze su pazienza e benevolenza, argomento degli ultimi incontri dell’anno intervallati dal coro del gruppo del Germoglio

Immagini del ritiro del 19/20 settembre

Immagini di incontri passati….

Un po’ di storia

Il Gruppo Famiglie nasce nella Parrocchia di Gesù Bambino, a partire dal 1989, sull’onda dell’esperienza che si sviluppa nella diocesi di Roma ad opera del Centro per la Pastorale della Famiglia.

Un Gruppo Famiglie (un Gruppo Famiglie qualsiasi, di una parrocchia qualsiasi) è esattamente quello che dice il nome: è il modo in cui alcune famiglie cercano di condividere, all’interno della comunità parrocchiale, la propria esperienza di vita umana e cristiana ed un cammino di fede nel Signore Gesù.

Sono motivazioni simili a quelle che accompagnano il formarsi di una famiglia:   non si decide di formare una famiglia perché ci sono i piatti da lavare o i letti da rifare, o perché si dimezzano le spese … si forma una famiglia perché si desidera camminare insieme e condividere aspirazioni, progetti e gioie, ma anche fatiche e dolori … poi, certo, questo comporta i piatti da lavare ed i letti da rifare, ma anche dividere le spese, andare al cinema insieme, concedersi un weekend romantico … e può anche succedere che, per mille ragioni spesso tutte valide, il peso del quotidiano diventi più forte della volontà di condividere la vita.

Il Gruppo Famiglie è nato proprio così, dal desiderio di condividere con altre famiglie l’esperienza di fede vissuta in coppia ed in famiglia; poi è maturata l’esigenza di testimoniare la propria fede mettendosi al servizio della comunità.

Nel 2013 accanto al Gruppo delle Famiglie nasce il Gruppo Giovani Coppie della nostra parrocchia dando risposta alla richiesta della Diocesi di Roma di annunciare Gesù alle Giovani Coppie, cioè ai cristiani del futuro. Abbiamo accolto questa sfida partendo dalla preparazione al Battesimo come preziosa occasione di evangelizzazione, incontrare i nuovi genitori, farli sentire accolti e accompagnati in un momento così delicato per loro, donare l’occasione di riscoprire Cristo, rispolverare la propria Fede e farsi “esempio e testimoni” per i loro figli. A queste famiglie con qualche bambino piccolo si sono poi affiancate coppie appena sposate che avevano frequentato il corso di preparazione al matrimonio e volevano continuare l’approfondimento della loro vita di fede.

E’ soltanto da un paio di anni che i due gruppi “marciano insieme” : le coppie più attempate con figli ormai grandi e nipoti da accudire e  le famiglie appena formate.  L’esperienza sta procedendo con grande successo…

Al centro c’è la scoperta che possiamo riuscire a costruire una rete di rapporti, di comunione e di solidarietà fra le famiglie, che permetta di superare l’isolamento dentro e fuori i nostri nuclei familiari.

Insieme riscopriamo un modello di comunità “nuovo” ed insieme tanto “antico”, che riporta la Chiesa alla sua essenza originale, che è “essere una famiglia di famiglie”, questo aiuta la famiglia ad accogliere le famiglie vicine, diventando un fermento perché la parrocchia sia una vera famiglia di famiglie.

Alcuni componenti del gruppo affiancano il parroco nella preparazione al sacramento del battesimo e del matrimonio, l’una rivolta ai genitori dei bambini appena nati, l’altra  alla coppie che progettano di sposarsi.

Insieme cerchiamo di partecipare alla vita parrocchiale in modo comunitario, prima di tutto ritrovandoci insieme alla Messa domenicale.

D’altra parte l’aria di famiglia permea tutta la comunità: è l’atmosfera che si respira specialmente nelle celebrazioni che vedono protagoniste le coppie: la proclamazione della promessa matrimoniale e, dopo un paio d’anni, le stesse coppie sono di nuovo all’altare per la benedizione delle mamme in attesa…  e dopo un altro annetto di nuovo per la celebrazione del battesimo!

Sono tutti momenti bellissimi: quando i bimbi ancora piccoli riescono a sfuggire dalle braccia dei genitori e pieni di gioia osano salire quel primo gradino che porta all’altare!

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