La preparazione al matrimonio

E quanti anniversari di matrimonio si celebrano in Parrocchia!

A proposito di amore

E’ terminato il corso matrimoniale di questo autunno 2022… un’esperienza intensa per i fidanzati, ma anche perle due coppie di animatori che hanno aiutato Don Gianfranco a parlare dell’amore di coppia alle coppie e alle persone che hanno portato la loro sincera testimonianza di vita coniugale vissuta

Una promessa d'amore

 

Anche quest’anno, in autunno, si è dato l’avvio al corso prematrimoniale per fidanzati. Il corso è tenuto da don Gianfranco, affiancato da 2 coppie con una esperienza matrimoniale più o meno lunga. Questa volta, ed è la seconda per noi, mio marito ed io, eravamo una delle coppie coinvolte nella gestione del corso.

Il corso non ha la presunzione di fornire “ricette” per una vita matrimoniale appagante sotto più punti di vista e per ogni membro della famiglia. Ogni famiglia ha un proprio codice identificativo personale che si costruisce pian piano, con il tempo, che si arricchisce di particolari e si definisce anno dopo anno, esperienza dopo esperienza…

Il corso non vuole individuare una relazione di coppia e una famiglia modello, esempi da seguire perché “buoni”, a scapito della originalità di ogni rapporto (tra coniugi e con i figli).

Il corso non vuole nemmeno suggerire l’idea che un sentimento seppur vero e profondo sia sufficiente o, ancora di più, sia garanzia di una esperienza di vita sempre serena e gioiosa.

Ma allora, verrebbe da chiedersi, perché seguire questo corso? Quale il senso di incontrarsi una volta a settimana per 2 mesi per incontri che a volte superano le 2 ore e pensare addirittura di trascorrere una giornata di ritiro a fine percorso?

Provo a dare qualche spunto per una riflessione. Sono sposata dal 1994, un tempo sicuramente non lungo, ma forse nemmeno troppo breve. Abbiamo 2 figlie ormai grandi e, ognuna di loro, nel tempo ci ha dato preoccupazioni e sicuramente tanta gioia. Negli anni il nostro rapporto è cambiato, siamo cambiati anche noi, le nostre aspettative, il nostro porci l’uno di fronte all’altro o, come dice don Gianfranco, occhi negli occhi. Tante volte mi sono chiesta quale fosse all’inizio della nostra vita di coppia il nostro progetto di vita, se ci siamo accorti di una sua evoluzione nel tempo, se siamo stati sempre capaci di curarlo e di coltivarlo… onestamente non so. Non sono neanche sicura che avessimo allora le idee proprio chiare su cosa volesse dire “essere famiglia” e soprattutto essere una famiglia che ha in sé lo sguardo di Dio, che assorbe e riflette un Suo specifico e particolarissimo progetto su di noi.

Ecco, il corso aiuta tutti a riflettere su diversi aspetti: i fidanzati che si affacciano alla vita di coppia con l’entusiasmo, la gioia, i “tremori” del cuore e le mille piccole incertezze proprie della giovane età e dell’inesperienza, e anche noi, coppie e famiglie che già hanno fatto un pezzetto di strada e che hanno scoperto nel tempo nuovi motivi per gioire e che, si spera, non hanno ancora perso l’entusiasmo dello stare insieme. Durante il corso si riflette insieme su cosa vuol dire comunicare in maniera funzionale, accogliere l’altra persona quando esprime aspetti caratteriali diversi dai propri, l’amore vero che non è solo mettere il proprio compagno/a al di sopra di tutto, ma anche al di sopra di noi stessi, e poi ancora l’importanza delle famiglie di origine, degli amici, del dedicarsi un tempo di qualità da trascorrere insieme anche quando, ma direi, soprattutto quando, il tempo è proprio ciò che manca perché i figli o il lavoro sembrano assorbirlo per intero…

Accanto a tutte queste dinamiche e attenzioni che coinvolgono il “cosa fare” e il “come fare”, il corso, incontro dopo incontro, suggerisce di guardare all’essere famiglia utilizzando un cannocchiale nuovo in grado di vedere la coppia in una prospettiva diversa. La coppia che celebra il Sacramento del matrimonio è nata e vive negli occhi e nel cuore di Gesù. È questa la nuova dimensione. In quest’ottica non ci sono più due persone distinte, ma c’è l’essere di due “una sola carne”, l’essere disposti a parlare delle difficoltà e delle incomprensioni che inevitabilmente ci saranno, senza perdere mai di vista l’uno il bene dell’altro. Ci sarà la gioia che si accompagnerà con il dolore in un percorso di vita che sarà ricco di tante cose è vero, ma in cui entrambi questi aspetti non potranno mancare. Sarà la consapevolezza di essere in Dio e con Dio a dare la giusta energia e il coraggio per superare le difficoltà, come se il Signore fosse davvero, concretamente presente, nel nostro quotidiano e facesse il tifo per noi. In questa prospettiva è impossibile perdere… pur affrontando tanti problemi.

È con questi pensieri che rivedo tutte le coppie di fidanzati che hanno partecipato al corso; le riguardo una per una, ripenso a tutto quello che ci hanno condiviso di loro stesse in questo percorso e non posso che sentirmi anche io, nel mio piccolo, parte della tifoseria.

Grazie cari giovani fidanzati per la vostra promessa d’amore!

Annamaria

Domenica 20 marzo 2022: termina il corso per i fidanzati!

Anche questa avventura è finita!
Lo ammetto, venerdì sera mi mancherà la strada della parrocchia per incontrare queste 5 bellissime coppie che Domenica hanno espresso d’avanti alla comunità dei fedeli il loro impegno – una sorta di promessa – a vivere un matrimonio cristiano.
Abbiamo condiviso insieme un cammino alla scoperta della bellezza e dell’importanza del matrimonio, del diventare di due una sola carne…
A loro auguro di vivere pienamente e consapevolmente tutta la grandezza di questo Sacramento.
Francesca

 

Un altro corso... con le mascherine

Con la giornata del 5 dicembre 2001si è concluso il corso dei fidanzati del periodo invernale.

Dopo un anno a distanza, si è riusciti a vedersi dal vivo e a fare tutti gli incontri in presenza (eccetto per il pranzo finale).

Come guide abbiamo avuto Don Gianfranco, Osvaldo e Domitilla (ormai degli highlander del corso dei fidanzati), Maria Rosaria e Luca,

che però hanno dovuto assentarsi data la nascita del loro primo figlio.

Questo corso, della durata di 8 incontri tenuti ogni venerdì sera, ha l’obiettivo di guidare queste giovani coppie che coroneranno il loro amore con il matrimonio

cristiano. In totale eravamo ben 14 coppie: tutti giovani del quartiere! Sicuramente la parte più interessante e avvincente è stata la condivisione tutti insieme:

sentire tante testimonianze e diverse situazioni ci ha molto arricchito.

Un messaggio molto forte e importante che Don Gianfranco e le coppie hanno voluto darci è uno: il matrimonio cristiano non è una passeggiata!

E vedere la testimonianza di coppie che stanno insieme da quasi 40 anni, nonostante le differenze naturali e gli ostacoli che si possono incontrare,

è stato di ispirazione!

Ringrazio i nostri mentori per i messaggi forti e le risate, ringrazio chi è venuto a fare testimonianza di una propria esperienza di vita,  e infine auguro a tutte le coppie presenti di percorrere la loro storia guidati da Dio e di trovare sempre la forza di andare avanti nello sguardo

dell’altro.

“Ti amo perchè ti scelgo”, questa frase ripetuta più volte durante il corso credo che possa racchiudere un po’ il senso di questa esperienza.

Elisabetta

Sabato 20 marzo 2021: S. Messa dedicata alle famiglie e alle giovani coppie e alla promessa dei fidanzati

Una bellissima celebrazione quella alla quale abbiamo partecipato con gioia, trasporto, voglia di stare insieme. Tutti bardati nelle nostre mascherine, tutti distanziati, porte aperte, sanificazioni… tutto. Ma nell’aria ci sentivamo abbracciati come non mai. Gruppo delle famiglie, più giovani, più vecchi… abbiamo camminato tanto insieme, alcuni, per altri invece, giovani sposi, sono i primi incontri ai quali partecipano. Ma tutti sperimentiamo che questo gruppo è una marcia in più per la realizzazione della nostra famiglia e della nostra crescita spirituale. Il gruppo del Germoglio ci ha aiutato con i canti, per Cecilia è stata un’altra tappa del cammino verso la notte di Pasqua quando sarà battezzata, per qualcuno è stato sperimentare la forza della preghiera… per tutti un momento importante.

E poi i fidanzati. Hanno partecipato a un corso un po’ mascherato: dodici coppie, tutti bellissimi, giovani, innamorati che portano avanti un progetto di vera felicità, di piena felicità in un momento in cui si parla solo di negatività. E hanno pronunciato la loro promessa, un impegno serio  di “vera comunione di vita e di amore”. E noi sposi maturi, con dieci, venti o più anni di matrimonio, ripensiamo a cosa vuol dire la “comunione di vita e di amore”. Hanno un bel cammino davanti, questi giovani,  e noi li aiuteremo a credere che un progetto di felicità può essere realizzato, con il loro impegno e la grazia di Dio.

Infine un momento di adorazione: davanti al Santissimo ognuno prega come sa e può, ma lì ci sentiamo davvero quello che siamo… lì le maschere non hanno potere.

E due toccanti testimonianze di due componenti del nostro gruppo: dopo il cammino di quest’anno sulle tracce dell’Amoris laetitia, ci ritroviamo a ringraziare per i doni che abbiamo avuto!

Un "corso": un po' in presenza e un po' da remoto!!

Un po' di testimonianze... dopo il cammino in parrocchia

PREPARATIVI PER IL MATRIMONIO

Preparativi per il matrimonio…eccome! Dopo “appena” sei anni di fidanzamento e due corsi prematrimoniali ci siamo decisi a fare il grande passo. Tra qualche mese saremo marito e moglie per l’eternità (Oddio!). In tutta onestà il primo corso – tentato in un’altra parrocchia – ci aveva un po’ scoraggiato, visto che non ci rispecchiava granché, mentre il secondo è andato molto meglio, anche per merito di Don Gianfranco e dei suoi validi collaboratori e grazie al contributo di tutti i partecipanti, che ha permesso di approfondire certi temi della coppia e della vita quotidiana e di risolvere qualche dubbio (anche quelli che ancora non ci erano venuti in mente).

Veramente, già durante il corso, ci eravamo detti: i preparativi…per noi saranno una passeggiata! Questo perché Beatrice gestisce un agriturismo in Toscana, dove organizza matrimoni, che per il ricevimento è perfetto. Senza contare che, sempre lei e sempre grazie al suo lavoro, conosce servizi di catering, allestimenti floreali, eccetera, eccetera, eccetera.

Quindi io mi ero detto: forse non sarà così dura…errore! Avrei dovuto sospettare qualcosa quando, essendo passato un po’ di tempo, le dissi “Forse dovremmo iniziare a pensare a chi invitare…aspetta prendo un foglio e una penna” e lei mi rispose “Ma no, prendi il PC e pianifichiamo tutto con Office”.

E così è passato un pomeriggio ad aggiungere e togliere invitati, riscrivere elenchi, calcolare costi con formule…mi sono detto “Quasi quasi torno al lavoro che lì fatico di meno”. Poi è apparso un altro elenco: Lista delle Cose Da Fare, che si è andato allungando a dismisura (e io che pensavo fosse quasi tutto già fatto…).

Dopo qualche giorno di tribolazioni un lampo attraversa la mia mente e dico a Beatrice “Ma non lo abbiamo detto ancora a nessuno!” e lei risponde “Ops! È vero e non lo abbiamo detto neanche ai nostri genitori!”. Quindi, dopo aver scartato subito l’idea (mia) di andare da genitori e amici e dirglielo uno per uno, è iniziata la pianificazione dell’annuncio.

Per gli amici abbiamo risolto: una cena per dirlo ai suoi e una per dirlo ai miei. Due fettuccine aiutano a digerire anche il più sconvolgente degli annunci. Allora la cena per dirlo ai miei amici pare una cosa semplice – a parte trovare una serata in cui siamo tutti liberi e non giochino né Roma né Lazio – visto che quelli “intimi” non sono più di otto. Per la cena con gli amici di Beatrice pare un po’ più difficile, visto che gli “intimi” sono circa venticinque, cucino io e lei non ha ancora smesso di fare inviti.

Adesso rimane il passo più difficile: dirlo ai genitori. Dopo qualche giorno che ci pensavamo su ci è venuta un’ idea geniale, quella di delegare il tutto ai cinque nipoti di Beatrice, piccoli, teneri e futuri paggetti e damigelle!

Quindi i nipoti Livia e Giulio, di cinque e sei anni, sono stati da noi selezionati come emissari e, dopo essere stati formati e addestrati a dovere, si avvicineranno all’orecchio di uno dei nostri genitori (speriamo bene!) e gli daranno il lieto annuncio!

In tempo di COVID

Siamo Antonella ed Angelo,

abbiamo una meravigliosa bambina di quasi 3 anni di nome Beatrice.

Quest’anno, dopo 7 anni di fidanzamento, finalmente avevamo deciso di sposarci scegliendo come data il 30 Maggio 2020.

Il nostro desiderio era un matrimonio cristiano per cui ci siamo recati alla parrocchia di quartiere per partecipare al corso prematrimoniale.

I nostri dubbi – “cosa ci diranno?”, “come faremo con Beatrice?” (alla fine ha partecipato al corso con noi), “sarà noioso?”- sono svaniti in un istante.

Le nostre “guide” Stefania, Maurizio, Francesca e Giovanni ci hanno da subito messo a nostro agio.

Don Gianfranco, tra una battuta ed un’Ave Maria, ci ha accompagnato in un bellissimo percorso di incontro con il Signore facendoci scoprire tramite le Scritture e con esperienze di vita vissuta quello che significa vivere un matrimonio cristiano.

Terminato il corso eravamo dispiaciuti di non avere più un appuntamento fisso con delle persone che abbiamo iniziato a sentire amiche ma allo stesso tempo eravamo entusiasti di aver superato un traguardo che ci avvicinava al nostro sogno.

Finalmente raccogliamo tutti i documenti per fare la promessa in Municipio che viene fissata al 3 Aprile.

Purtroppo abbiamo dovuto svegliarci da questo bel sogno e con molto rammarico abbiamo dovuto posticipare a data da destinarsi il tanto desiderato evento.

Ovviamente questa storia non vale nulla in confronto alle sofferenze di chi ha contratto il virus.

A questi e alle loro famiglie va il nostro pensiero e le nostre preghiere.

Beatrice, Antonella e Angelo

IMPEGNARSI PER SEMPRE

Avete presente quando siete costretti a prendere una medicina che pensavate fosse amara ma in realtà si rivela dolce come lo zucchero? Ecco per me il corso prematrimoniale è stato un po’ questo. Il corso prematrimoniale è un passaggio obbligatorio per chi sceglie il matrimonio in chiesa e molte coppie non ne comprendono l’utilità e temono di annoiarsi, altre invece non hanno proprio l’idea di cosa li aspetti o meglio cosa andranno a fare. Quando io e il mio fidanzato abbiamo scelto di sposarci, sapevamo che il primo passo per raggiungere il nostro sogno sarebbe stato quello di prendere parte al corso prematrimoniale, e così abbiamo deciso di parteciparvi. È un momento importante per mettersi in discussione e per affrontare tematiche “scomode”, “utili” ma allo stesso tempo “stimolanti” che tentano di far fuoriuscire sensazioni ed emozioni celati in ognuno di noi. La prima volta che ho incontrato i miei compagni di viaggio( parlo di viaggio seppur breve) ho pensato quanto fossero diverse e lontane quelle persone da me. Ognuno con un passato ed un vissuto tutto da raccontare e tutto da comprendere. Ricordo il primo incontro, la timidezza nel presentarsi e la presa di coscienza di una situazione a noi così sconosciuta che metteva soggezione un po’ a tutti. Non è semplice raccontare di sé stessi…la paura di essere giudicati, non compresi….e l’idea che in realtà, forse, a nessuno sarebbe interessato poi così tanto cosa ognuno di noi avesse da raccontare. Sarebbe riduttivo riassumere il corso prematrimoniale come dei semplici incontri, è una definizione che a mio avviso non gli rende giustizia. Il corso prematrimoniale è un viaggio dentro noi stessi, dentro la nostra anima…è un momento in cui affronti demoni e paure di una vita matrimoniale di cui non conosci assolutamente nulla , se non ciò che parenti e amici in chiacchierate goliardiche , sono soliti raccontarti. È la presa di coscienza che ciò che stai andando a fare non è la semplice festa, il fotografo o la villa più bella , ma la consapevolezza che da quel giorno in poi donandosi l’un l’altro il legame che unisce diventa indissolubile agli occhi di Dio e dell’uomo.

Soffermarci su realtà, spaccati di vissuto, dolori hanno scaturito in me riflessioni e molte ma molte domande. Fare i conti con il proprio percorso di vita, che pian piano si intrecciava con gli altri, spesso ci ha uniti e gli sguardi che inizialmente sembravano scrutarti tutto ad un tratto  diventano i tuoi migliori complici. Ho fatto i conti con realtà diverse dalla mia, con i dolori che nessuno dovrebbe mai provare, con domande all’apparenza semplici ma che  al tempo stesso, spesso mi hanno lasciato interdetta, confusa e che hanno aperto voragini che noi tutti avevamo fatto  fatica a chiudere. Il corso è stato raccontare noi stessi sotto un’altra veste, quella di coppia… sorridere raccontando aneddoti ed emozionarsi nel ricordare sensazioni che nella frenetica vita di tutti i giorni abbiamo ormai dimenticato.

Il corso è stato leggere passi di letture che avevamo dimenticato, ma che hanno risvegliato in noi ricordi d’infanzia quando con le cartelline andavamo al catechismo.

Il corso è Don Gianfranco, che pur nel suo ruolo non ci ha mai fatto sentire il peso della sua veste, alleggerendo il tutto con le sue innumerevoli battute.

Il corso sono Titti e Bruno, i nostri accompagnatori, per averci spronato, compreso, e sopportato. Leggere nei vostri occhi il sentimento che vi lega confermano che l’amore  vero ed eterno esiste e che tutti noi ci trovavamo nel posto giusto al momento giusto.

Il corso sono Matteo e Paola, la dimostrazione di come una giovane coppia di genitori seppur presi dai mille impegni della vita, non ha dimenticato di far parte di una comunità.

Il corso sono state tutte le giovani coppie come noi che hanno deciso di mettersi in gioco, e che mi hanno regalato un pizzico di loro stessi arricchendomi come persona.

Infine il corso è il mio fidanzato, perché ancora una volta mi ha dimostrato che il Signore ha disegnato per noi una strada meravigliosa che aspetta solo di essere percorsa sotto il suo immenso sguardo.

Natalia

 UN MATRIMONIO IN PARROCCHIA

So pochissimo della storia del loro amore… perché qualche volte in parrocchia succede così, che le persone le incontriamo, magari tutti i giorni, sappiamo chi sono i loro genitori, che lavoro fanno, dove abitano, ma non abbiamo mai scambiato una parola con loro che non sia un saluto o  un augurio. Eppure ci sembra di conoscerle da sempre e che fanno parte della nostra vita e noi della loro. Perché ci capita di pregare insieme a loro. E questo conta molto di più di qualsiasi discorso!

Così per tutti noi sono Roberta e Daniele, i “fidanzati”! Ci eravamo talmente abituati al loro essere “fidanzati” che ora non so se la nostra gioia a vederli “sposi” non conterrà anche un pizzico di malinconia. Erano il mito dei fidanzati innamorati! Riusciranno a incarnare il mito degli sposi innamorati? Glielo auguriamo sul serio!

Che dire delle loro nozze??

Prima di tutto, della festa che ha preceduto le nozze una festa aperta a tutta la comunità, ma non per questo meno curata, preparata, vissuta.

L’invito a questa festa era racchiuso in una busta che conteneva, nella piegatura, una frase sintomatica “Li mandò a due a due …. perché andiate e portiate frutto…” Frasi che non hanno bisogno di molti commenti… e il biglietto contenuto nella busta lo conserveremo, tanto è bello! Un biglietto timbrato con destinazione “Vita in abbondanza”. Ma non un biglietto qualunque  riservato ad una sola persona! Sappiamo tutti che le carte di imbarco, come i biglietti ferroviari sono personali e non cedibili. Questo invece è un biglietto aperto che invita tutti noi a compiere un viaggio insieme a questi sposi, purchè si condivida la loro destinazione! “Vita in abbondanza”, appunto! Partenza, binario cinque: ci ricordava il cartello posto nella sala della festa, sul cumulo delle scatoline  con i confetti.

Il giorno fatidico davanti all’altare cinque sacerdoti: Don Vito, Don Gianfranco, Don Tonino, Don Elilio e Don Pascal e gli sposi…. Raramente ci è capitato di osservare degli sposi che si mostrassero tanto felici. Certo gli sposi sono tutti felici… ci mancherebbe altro!

Ma a volte l’emozione gioca brutti scherzi, a volte forse le distrazioni ineliminabili in quei momenti,   il vestito, i fotografi,    i fiori, gli invitati, assumono un’importanza eccessiva a scapito della serenità. E invece sembrava che questi sposi fossero arrivati a quell’altare dopo settimane di vacanza… non sembrava 

davvero che  cerimonia l’avessero preparata tutta loro: libretti, fiori, preghiere,  canti. Sembrava che fossero leggeri, allegri pur nella partecipazione attiva e consapevole  ad ogni momento della liturgia.

E sulla destinazione “vita in abbondanza” è stata modulata la cerimonia nuziale. Dalla scelta delle letture all’omelia del celebrante. L’abbondanza  dello Spirito, l’aiuto che il Signore ci dona ogni momento, capace di trasformare il nostro cuore, l’amore che nutre per noi, come Padre. E i tanti termini usati da Don Vito nell’omelia non erano solo parole ma impegni di vita: unione, comunione, reciprocità, pienezza, gioia, accoglienza, promessa…   abbondanza, appunto. Anche nel dono delle offerte, perché si toccava con mano che si trattava dell’offerta di tutta una vita.

Auguri, Daniele e Roberta, che la serenità e la felicità di questo giorno continui davvero per tutta la vita e che le parole del congedo della celebrazione alla quale abbiamo partecipato con grande gioia si realizzino in “abbondanza” per voi e per tutti noi:

“Nella Chiesa e nel mondo siate testimoni del dono della vita e dell’amore che avete celebrato. Andate in pace”.

Scrive una coppia che ha frequentato il corso e si prepara a un matrimonio misto

Spesso mi è capitato di chiedere ad una coppia cosa avesse attratto l’un l’altra e quale fosse la calamita che ha permesso l’inizio di una solida unione. Ogni volta che ascolto la più ricorrente delle risposte: l’evergreen Mi faceva ridere (attualmente al primo posto nella mia personalis-sima classifica) mi chiedo l’importanza di usare il tempo imperfetto. Nella mia top ten delle risposte al secondo posto c’è il Ci completiamo a vicenda. Una risposta che sottolinea (giustamente) l’imperfezione del genere umano e come, reciprocamente, ci si senta una sola cosa o, per dirla alla Don Gianfranco, una sola Carne.
Nell’analisi delle risposte tra cui annovero un fantastico boh, una serie di amici in comune e qualche ci conosciamo da pic-coli mi chiedo quale sia la mia/nostra risposta. In effetti la no-stra è una relazione basata sulle differenze e sulle diversità che può far sorridere i più curiosi e far aggrottare la fronte ai più scettici.
Eviterò di raccontare quali diversità rendano la no-stra relazione speciale per evitare di far nascere tra voi lettori gli stessi dubbi che albergano il mio animo da quasi tre anni tra cui “perchè camminare scalzi in casa? Perché abbuffarsi di Avocado se non sa di niente?… e se lo mangi con la fesa di pollo non sa di niente comunque?”
Partendo dal presupposto che un linguaggio diverso dà una diversa visione della vita e di come una comunicazione differente generi simpatici equivoci mi piacerebbe condividere la mia esperienza: par-lare di Dio.
Ad una manciata di mesi dalla mia richiesta di spo-sarla abbiamo cominciato il corso prematrimoniale, tappa obbligata per convogliare a nozze secondo il rito misto ( matrimonio tra battezzato e non battezzata). Nelle esperienze di condivisione (otto incontri sotto la sapiente guida di Don Gianfranco) ab-biamo affrontato le diverse tematiche del matrimo-nio: l’educazione della prole, il sostegno reciproco, le scelte importanti, la famiglia. Tra gli aspetti più interessanti che porteremo con noi e che abbiamo condiviso fin da subito è stata la frase “nella coppia bisogna mettere il proprio partner al primo posto”. Abbiamo portato a casa questa frase (oltre ad averla tradotta in varie lingue e condivisa in vari paesi d’Europa) e ne abbiamo fatto un obbiettivo della nostra relazione.
Il corso ci ha portato a parlare di Dio, della religiosità, della Chiesa. Ho cominciato con Adamo ed Eva, un po’ di storia del Cristianesimo (Crociate e Santa Inquisizione incluse), paradiso, inferno, pur-gatorio, un po’ di peccati capitali, fondamenti dei Vangeli, Eucarestia.
Nelle nostre serate, già alternate da film in lingua originale, avocado troppo maturi e sottotitoli troppo piccoli, abbiamo cominciato a parlare di Dio, della sua presenza nella quotidiani-tà, dei valori della Fede. Am-metto che abbiamo anche par-lato della creazione dell’Universo e della teoria Darwiniana dell’evoluzione della specie …ma quest’ultima è durata poco. Il compito più arduo è stato si-curamente quello di spiegare Dio a chi non lo conosce e quale sia il valore aggiunto del-la Fede rispetto a chi è cresciuto con altri principi che, come nella Dottrina Cattolica, si basano sul rispetto e sull’aiuto reciproco.
L’aspetto più interessante degli incontri in Parrocchia (e il dibattito che ne seguiva a casa) stava nel ritrovarsi pienamente in quei principi spiegati du-rante il corso. La parte più bella è stato il confronto che veniva fuori. È incredibile quanto su un tema quale l’amore un laico e un cattolico hanno dato le stesse risposte e si ritrovavano sugli stessi principi. Il modo di vivere la quotidianità …
Spesso è stato divertente a volte complicato; non capita tutti i giorni di provare a spiegare perché scegli di tifare per una squadra invece che per un’altra. Ho provato anche con qualche slogan: “Credici, puoi!” o “Yes, we can” ma questo era stato già preso.
Alla fine abbiamo convenuto che la vera differenza non è tra chi crede e chi non crede, ma tra chi pensa e chi non pensa.
..questo corso ci ha lasciato tanto, abbiamo cono-sciuto persone nuove. Abbiamo trovato anche il tempo di fare del bene alla comunità parrocchiale.
Ci sentiamo pronti al matrimonio!
Dario e Ninske


 “SI, LO VOGLIO!”

 

“Rosanna mi vuoi sposare?”

“Si Fabrizio, lo voglio!”

E’ da questa dichiarazione d’amore che inizia la preparazione del nostro matrimonio. Archiviate le questioni data e location, abbiamo approcciato la ricerca di un corso prematrimoniale. O almeno noi lo chiamavamo così…  Abitando a metà strada tra le Chiese Gesù Bambino e Santi Angeli Custodi avevamo solo l’imbarazzo della scelta. Un sabato mattina però ci fermiamo davanti alla bacheca della Parrocchia del quartiere Espero, e notiamo che a gennaio è in partenza un corso: giorno venerdì, ore 21. Ci sono già tutte le date pubblicate. “Finisce a marzo, dura poco!”, pensiamo a voce alta e all’unisono. E’ il caso di prendere altre info, e così facciamo. Ci ritroviamo venerdì 22 gennaio in una sala parrocchiale insieme a tante altre coppie. Giovani, meno giovani (noi siamo tra queste), romani, sardi, pugliesi (alcuno salentini, ci tengono a sottolineare…), siciliani. Non manca il tocco internazionale – una ragazza brasiliana – oltre a coppie con prole, al seguito e non, e alcune con simpatici quadrupedi da compagnia. Sembra un bel gruppo! A dirigere il traffico c’è Don Gianfranco, affiancato da due coppie: Titti con Bruno e Francesca con Giovanni. Tema dei primi incontri la comunicazione efficace e inefficace. “Pensavo sarebbe stato più noioso, mi aspettavo un continuo pregare e parlare di vite dei santi”, penso e dico a Fa camminando verso casa. Tutto sommato le domande a giro (!) e le riflessioni di tutti sono un modo per condividere delle esperienze dirette, personali (guai a parlare di esperienze di altri!). A volte ci si ritrova con gli occhi lucidi, a volte con le lacrime sulle guance, altre ancora con un sorriso sulle labbra, ma la sensazione è che si esca da quella sala – dopo oltre 2 ore (!) – sempre con qualche strumento in più per affrontare la vita a due. Settimana dopo settimana si aggiungono coppie e cambiano anche i temi degli incontri: i sacramenti, il rapporto con Dio. Alle domande a giro subentrano gli interventi volontari. Non restiamo mai in silenzio. Ogni venerdì, oltre a una Ave Maria di gruppo, leggiamo un passo delle Sacre Scritture, una poesia, un testo che ci aiuta a riflettere sulla “praticità” della Parola di Dio. Gli incontri stanno per concludersi, manca solo il ritiro di domenica 13 marzo. Appuntamento alle 9.45 per prepararci alla Santa Messa: saremo noi ad animarla con le letture e la promessa davanti alla comunità. E’ emozionante, siamo sull’altare tutti insieme. Io e Fa ci teniamo forte per mano e recitiamo la preghiera dei fidanzati. “Siamo promessi sposi ormai!”, ci diciamo sorridendo mentre torniamo al nostro posto. La Santa Messa si avvia alla conclusione: benedizione, saluti, baci e un caffè con i parenti che sono venuti a vederci, e rientriamo in ritiro. In realtà sarà una giornata in cui pranzeremo (molto bene!) tutti insieme e faremo la conoscenza di tre coppie sposate, intervenute per portarci la loro esperienza inserita all’interno della comunità parrocchiale. Si prosegue, dopo la siesta di Don Gianfranco, con l’adorazione del Santissimo Sacramento e poi la tanto attesa (infinita e complicata…) spiegazione della pratica matrimoniale. Iniziamo ad accusare il colpo, la giornata è stata intensa, emozionante, ricca di riflessioni e informazioni. Ci rendiamo conto che in questa parrocchia le persone si conoscono bene, si frequentano, organizzano feste (hanno anche una cucina ben attrezzata!) e incontri con giovani coppie, si aiutano, si parlano. Per non parlare delle tante iniziative: gite, allenamenti di calcio per i ragazzi. Ecco, questa organizzazione proprio non ce l’aspettavamo. Che piacevole scoperta! Il corso è ormai finito ma noi ci sentiamo di continuare a frequentare non solo la Messa della domenica (quella delle 11, la più lunga!), ma anche gli incontri della Pasqua: dalla via crucis per le strade del quartiere alla visita dei sepolcri, dalla benedizione delle Palme alla messa per i bambini battezzati nell’ultimo anno. Tutti appuntamenti che Don Gianfranco ci ricorda con un sms! In poche settimane ci siamo sentiti accolti a braccia aperte, adesso sentiamo di ricambiare mettendo a disposizione le nostre braccia. 

FaRo (Sposi il prossimo luglio)

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