Sembra di vederli i bimbi del catechismo preparare una domenica dopo l’altra il “loro” albero. Una preparazione che non è solo disegnare, colorare, ritagliare, incollare… ma è preparare il cuore, renderlo accogliente, disporsi alla gioia, alla conoscenza di cose nuove, zeppe di significato: la via dell’uva. Si comincia dalla terra, bassa, fredda, con un colore quasi triste. Poi un fusto di albero nudo, un po’ contorto. E poi quel fusto si ricopre di corteccia, scaglie di legno più caldo; e si guardano i rami spogli, mentre si immagina quello che succederà la domenica successiva: eccole le foglie, tante, verdissime, ognuna di un verde diverso e l’uva colorata, succosa, dolce. Evviva! Ogni tanto qualche foglia, in questi ultimi giorni, la troviamo a terra… la colla tiene poco? Si riprende, si riposiziona. Ogni foglia ha il suo posto. Ma ce ne è una che più delle altre attira l’attenzione… sembra aver sofferto, un po’ sbilenca, riattaccata con lo schoch: una foglia speciale. Quella non cade, sta ancorata al suo posto: deve essere bravo il bambino che l’ha costruita, con un impegno speciale.